sabato 21 novembre 2015

KX3 Firmware update






Dopo un'incontro con il mitico Carlo Bianconi qualcuno festeggia l'acquisto di un KX3 nuovo fiammante.
Io festeggio il primo aggiornamento firmware.
In realtà avevo ignorato il consiglio di aggiornalo più di una volta...per cui il file con le migliorie apportate da questo upgrade è molto lungo.
Ci metterò un pò di giorni a leggerlo.




mercoledì 18 novembre 2015

Valige stagne Low Cost

Tempo fa cercavo qualcosa che offrisse protezione alle mie apparecchiature HAM, in particolar modo al KX3. Mi sono messo su Google alla ricerca delle valige stagne.
Le più famose sono le Pelican, marchio che si associa a questo tipo di prodotto, ma le alternative non mancano: HPRC ed ExploreCase godono della stessa reputazione del marchio a stelle e strisce e sono "made in Italy".
Per tutte i prezzi sono molto simili: parliamo -per una valigetta da 3-5 lt- di una spesa che si aggira tra i 60 ed i 100€.
I prodotti presi in considerazione sono certificati IP67 (Totalmente protetto dalla polvere e da immersione temporanea) ed anti-urto.

Un radioamatore mi ha consigliato i prodotti della ditta Panaro (anche questa italiana) che offre le stesse prestazioni a prezzi molto inferiori. Non sono per nulla facili da trovare su internet se non presso pochi negozi che trattano strumenti musicali.
Io, insospettito da un prezzo che forse neanche uno store asiatico riuscirebbe a fare su un prodotto che deve garantire la massima affidabilità, e  vista la scarsa diffusione, ho optato per una HPRC 2100. Consideriamo che un'eventuale danno al suo contenuto mi sarebbe costato come un'intera serie di HPRC.

Ora con l'arrivo del kayak, pianificando di portarmi appresso materiale radio, avevo la necessità di acquistare altri contenitori di questo tipo ed ho deciso di dare una chance ai prodotti della Plasticha Panaro. Con soli 18€ su un noto sito di acquisti si può avere la valigetta più piccola (MAX235, che supera di poco le dimansioni della HPRC2100) vuota.
La costruzione, le parti mobili ed i materiali sono molto simili ai prodotti delle altre marche. Ad un primo esame viene molto difficile capire perchè costino così poco (o perchè le altre siano così care).
Non ho resistito dalla tenzazione di metterla subito alla prova: l'ho riempita di sassi e messa a mollo nella vasca da bagno (con 4kg ancora galleggia). Dopo un'ora di bagno mi sono soppesato ripetutamente su di essa facendo flettere il coperchio e causando la fuoriuscita di numerose bollicine di aria dalla valvola di compensazione della pressione. Alchuni fazzoletti di cata messi al suo interno sul perimetro della chiusura e nelle immediate vicinanze della valvola ne sono usciti senza neanche una minima traccia di acqua.

Per ora questo prodotto è promosso e consigliato! Vedremo se negli anni riuscirà a garantire l'efficienza del sistema di chiusura come i prodotti di prezzo superiore.


Nelle foto in blu la HPRC 2100 con interni in schiuma destinata al KX3, in trasparente la Panaro MAX235.








venerdì 13 novembre 2015

KX3 o non KX3???

Capita ultimamente di discutere con un amico radioamatore, attivatore SOTA, di cui invidio parecchio le grandi conoscienze nel campo dell'elettronica delle qualità del KX3.
Siamo due radioamatori differenti, lui molto tecnico, mi spiega pregi e difetti dell'architettura della radio schema a blocchi e datasheet vari alla mano; io, più pratico, parlo di vesatilità, funzioni e azzardo qualche timido paragone con le altre poche radio che conosco.

Queste discussioni mi hanno fatto tornare in mente i dubbi che avevo quando cercavo un RTX per le attivita in QRP/P. Stessi dubbi che vengono a tutti quando si deve fare questa scelta.
La cosa che più mi preoccupa, in vista di un esporso economico non indifferente, è la carenza di opinioni o recensioni che giudicassi obiettive ed attendibili.
Si sa, tutti gli OM hanno la loro marca preferita, e la difendono a spada tratta come i tifosi più sfegatati di una squadra di calcio enfatizzandone i pregi e sminuendo i difetti.
Se tiriamo in ballo ELECRAFT questo comportamento è esasperato ai massimi livelli. Con detrattori che, si capisce, spesso parlano senza che un Elecraft l'abbiano mai visto ed estimatori estremisti che sbandierano numeri e risultati di test di laboratorio che i radioamatori comuni neanche sanno come interpretare.

Fare una scelta in queste condizioni, senza aver la possibilità di provare la radio per un certo periodo di tempo è molto difficile.

La scelta in realtà è limitata... tolti di torno i classici quadribanda da 100W in HF che molti utilizzano (vedi i vari 857, 706 e simili) che hanno la caratteristica di pesare come mattoni ed essere abbastanza avidi di corrente anche in low power la scelta non è poi molta. Se oltretutto eliminiamo dalla lista un rtx cinese ed il promettente FDM-Duo che incuriosisce molto, promette performance più che ottime ed è made in Italy ma è più indirzzato all'uso domestico rispetto al /p la scelta è praticamente un duello.

C'è lo Yaesu 817. Un rapporto qualità prezzo invidiabile, migliaia di utilizzatori soddisfatti in tutto il mondo e la fama di essere indistruttibile.
Il progetto è vecchiotto; non è proprio una tecnologia "al passo coi tempi". Ma rimane comunque il candidato ideale.

L'Elecraft, in configurazione base, costa più del doppio. Ma è un SDR (anche se forse un pò ibrido), la tecnoloia che rappresenta il futuro della radio, un pò come quando dalla valvola si passò al transistor e ad un certo punto tutto ciò che c'era prima diventa obsoleto. La filosofia della casa americana è che la radio te la costruisci tu. Per cui se vuoi sfruttare a pieno le potenzialità dell'ottimo ricevitore ci vuole il roofing filter...che manco so esattamente come funziona ma sono tanti €, per i 144 ci vuole un mini transverter che eroga solo 3W ed anche lui costa tanti €,e così via per una discreta quantità di accessori che hanno l'indubbio pregio di fare in modo che l'OM si possa costruire la radio "su misura" rispetto alle sue esigenze ma che con una facilità disarmante arrivano a raddoppiare il prezzo iniziale che già ci sembrava insensatamente alto.

Il dilemma più grande, una volta deciso di voler fare il grande salto di qualità verso questa nuova e performante tecnologia è se poi ben si adatterà all'uso che voglio farne: all'aria aperta, trasportato in uno zaino.

Ho rivolto questo dubbio al venditore. La risporta è stata decisa: "Ci è nato per fare quelle cose!" ha esclamato ciucciando un mezzo Antico toscano. Sono naturalmente predisposto a credere sulla parola quello che un amante del nostro buon sigaro dice ma si sa, chiedere all'oste se il vino è buono è poco saggio anche se, a dire il vero, il personaggio in questione è noto per essere onesto e sincero. Inoltre un altro OM mi ha messo in guardia dicendomi: "prova a fare una ricarca su google immagini, dell'817 trovi tutte foto di attivazioni all'aria aperta, anche in situazioni difficili, del KX3 solo foto su pregiati tavoli in noce".

La decisione alla fine è stata presa all'ultimo, assecondando la curiosità, quando ho visto un KX3 configurato esattamente come piaceva a me ancora in garanzia a metà prezzo.
Ho incontrato il venditore, un simpatico OM vecchio stampo di quelli che prova tutte le novità ma poi se ne libera per far spazio alla radio successiva. Presa visione della radio, e della maniacale cura con cui aveva conservato imballi, manuali e documenti di radio ed accessori. Ancor più mi ha rincuorato vedere che l'assemblaggio ed il collaudo era stato fatto dal noto e competente importatore/venditore e che vi erano tutti i documenti in regola per ritenere ancora in piena validità la garanzia.

Da sei mesi sono un felice possessore di KX3:
Roofing filter;
Accordatore;
Transverter 144;
Maniglie laterali protettive;
Microfono non originale e cavetteria varia al completo.

Cosa ne penso? Al prossimo post!

giovedì 12 novembre 2015

Restauro tasto da gamba surplus McMURDO

Il McMurdo da gamba è uno di quei tasti telegrafici che si vedono spesso sui banchi del surplus nelle fiere radioamatoriali. Lo si può portare a casa per meno di 10€ e rappresenta un valido ed economico strumento per iniziare ad apprendere i rudimenti della manipolazione col tasto verticale.

Sulla storia di questo key si sa ben poco: prodotto dagli anni '50 dalla "McMurdo idustries" ed utilizzato fino agli anni '70 dall'esercito inglese. La costruzione è un piccolo capolavoro. Completamente stagno trovava il suo utilizzo prevalentemente su scialuppe di salvataggio ed in applicazioni stile manpack. Per quanto ho cercato su internet non sono riuscito a trovare altre info.

Il mio era particolarmente malconcio. Il cavo era completamente irrecuperabile; è connesso ai contatti tramite una minuscola morsettiera posta in un incavo a cui si accede rimuovendo la piastrina inferiore e relativa guarnizione. L'incavo è pieno di uno strano mastice blu che ha lo scopo di proteggere al 100% i contatti elettrici da umidità e acqua. Rimosso tutto il mastice si svitano i minuscoli dadini e liberano i contatti.
Basta trovare un cavo di dimensioni identiche e ripristinare i collegamenti.

Nella parte superiore vi è la meccanica del tasto. Si svita il pomello e il coperchietto superiore (e relativa guarnizione). Una volta pulite tutte le parti si riassembla la meccanica a partire dalla molla (vedi foto)

Si procede poi a fissare la piastrina che fa da leva tramite le due viti posteriori. Prima di richiudere il tutto si procede con le regolazioni dato che non sarà più possibile fare aggiustamenti a lavori terminati:
Una volta chiuso il coperchio superiore si ha un bellissimo tastino pronto per affrontare ancora tanti decenni di servizio in uno shack, questa volta radioamatoriale!







...e ora: sotto con gli esercizi!